ORIGINE DEL NOME
Mengone, storpiatura di Domenicone, deriva
forse dal Menego di Marco Aurelio Alvarotto, attore della compagnia del
padovano Angelo Beolco, detto il Ruzzante, nel 1528, diede la sua prima commedia in
prosa, ove ogni personaggio portava dialetto differente. Può anche darsi
provenga dal Meneghino della Lena di Ludovico Ariosto.
ASPETTO FISICO
Mengone è grosso di
testa,brutto, sbarbato, dalle folte ciglia setolose, con un nasone adunco, gli zigomi sporgenti, le orecchie
ad ansa e certi tondi occhiacci di gatto, tra allucinati e grifagni.
ABITO
L’abito è uguale a quello del suo fratello
umbro Bertoccio; è vestito alla foggia del contadino benestante del XVIII secolo. Egli
porta di preferenza il cappello duro a cucuzzolo, cerchielli d’oro agli orecchi,
ha una camicia dalle grandi risvolte, il corpetto rosso fiammante con bottoni di
metallo, la giubba di panno scuro, calzoni corti, le scarpe nere con grosse fibbie
"f"acciaio.
CARATTERE
Mengone non sa fare versi come il fratello
Bertoccio, non sa “tirar di rima”, non conosce l’epigramma mordace insolente; in
lui la furberia e l’ardire sono sopraffatti da certa semplicità e rusticità da
bonaccione. Ci appare come semplice e astuto, sentenzioso ed accorto, suscettibile ma
remissivo, ha talora una certa smorfia effimera e dimessamente burlevole, che pare
si compiaccia attenuare la voce per blandirvi, per prodigarvi diminuitivi di
familiare confidenza.
In dieci produzioni, il Cardinali di
Mengone ha saputo fare un personaggio di spiccato rilievo
comico, originale, divertente, con le vere caratteristiche della
stirpe marchigiana, elevandolo dalla comune
fittizia vita delle maschere, dal carattere indeterminato e generico. Lo ha trasportato
così al valore di un tipo concreto e coerente, vivo, umano, improntato
all’umorismo fecondo e felice. Talora la caricatura scenica è quasi inavvertita,
tanto risulta schietto e vero il suo personaggio. Si direbbe che lo scrittore,
studioso di non alterare il carattere etnico di Mengone, ami cercare gli effetti della
comicità nelle situazioni bizzarre, nella spontaneità ruvida e ingenua del
linguaggio, in certe “scappate”, chiamiamole così, che non hanno l’eloquenza di un solo
personaggio, ma di tutto un popolo.
RUOLI SVOLTI
Contadino, servo, castaldo, deputato della
comunità, priore, pastore, carceriere e giardiniere.
COMMEDIE CONSERVATE
- La sposa rassegnata,
- Don Giovanni Tenorio,
- La schiavitù di Scutari,
- La finta cameriera,
- Il Feudatario,
- L’innocenza in periglio,
- I veri amanti,
- La famiglia riunita,
- La metamorfosi di Rogantino,
- Il collegio degli orfanelli
MENGONE NEL FERMANO
Mengone Torcicolli ha solcato le scene per
quasi cinquanta anni grazie alle sapienti mani dell'artigiano Pacifico Quadrini,
anch'egli di Monte San Pietrangeli e amico di Andrea Longino Cardinali. Dopo la morte del Quadrini però nessuno ne
ha raccolto l'eredità e le oltre 200 marionette realizzate per gli spettacoli
sono andate perdute. Mengone è stato portato alla luce solo
recentemente da Carlo Ferrari ed in seguito fatto rivevere da Marco Renzi per il
carnevale del fermano.
La compagnia Orsolini e Palmieri ha
prodotto due spettacoli aventi come protagonista Mengone Torcicolli, “Mengone
Torcicolli alla ribalta!” (2010) e “Mengone contro tutti” (2011), riportando
finalmente in scena l'unica e autentica maschera del fermano.
Fonti:
-
“Il carnevale nel fermano” a cura di Carlo
Ferrari e Marco Renzi, edito dalla Fondazione Cassa di Risparmio
di Fermo
- Compagnia Orsolini e Palmieri (Montegranaro,FM)
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